05/08/2019 - DANIELA SCALA
C’era una volta il paziente, il medico, il farmaco e tanto altro! è il titolo della Seconda Giornata di Farmacia Narrativa che lo scorso 30 maggio ha riunito farmacisti ed esperti di medicina narrativa nell’Antico Refettorio del Complesso di Santa Maria in Gerusalemme a Napoli. Un luogo suggestivo e appropriato per l’integrazione tra scienze biomediche e scienze umane. Una integrazione necessaria per fa sì che le professioni sanitarie, in generale, tornino ad essere “arti”. La professione del farmacista (come tutte le professioni sanitarie) è arte per una serie di ragioni, prima fra tutte perché si tratta di scienza applicata ad un “contesto animato”, l’individuo umano, il cui preciso funzionamento resta ancora in gran parte un mistero per la conoscenza scientifica. Come nel quadro di Hugo von Habermann, la capacità professionale, la technè con cui il dottore si presta a raccogliere i segni biologici della malattia non può ignorare lo sguardo trepidante della madre. Come l’arte, la medicina è una modalità di conoscenza del reale. Perché ogni essere umano porta qualcosa che non può essere interamente conosciuto solo dal sapere scientifico.
Si ringrazia la redazione di Omni News: https://www.omni-web.org/giornata-farmacia-narrativa/