×
Squarci d'azzurro in giorni bui

Mia madre ed io abbiamo vissuto in simbiosi da quanto ella rimase, giovanissima, vedova.
Mi legava a lei un amore profondo nonostante le mille diversità caratteriali.
Quando, diversi anni fa, cominciò a mostrare i primi deficit cognitivi l'ho subito accompagnata in un centro specialistico dove le venne diagnosticata la malattia di Alzheimer in fase iniziale.
Ci fu un tentativo di approccio terapeutico che non diede nessun risultato.
Rapidamente la malattia degenerò e per quanto fossi supportata da un neurologo e avessi operato approfondite ricerche mi trovai assolutamente impreparata a ciò che effettivamente "ci" attendeva.
Pensavo di essere forte e di poter sconfiggere "il mostro" come fece Davide - nella Valle di Elah - con il gigante Golia.
Sono stati anni terribili e sono arrivata ad una disperazione tale ( anche per i giorni e le notte trascorsi assolutamente in bianco ) da pregare il cielo di addormentarmi e non svegliarmi più.

Mia madre cadeva improvvisamente, fratturandosi il femore ( due volte ), una clavicola e la spalla.

In ospedale scoprii a mie spese che non c'erano stanze riservate alla sua malattia quindi ne seguirono, inevitabilmente, grandi diatribe con gli altri degenti e i loro familiari...un vero calvario! 

La malattia si è protratta per circa sei anni poi un'altra terribile diagnosi: "cancro al duodeno". 
Cercando di sintetizzare (sorvolando giorni bui e orribili) posso dire che mia madre, due ore prima di morire, mi ha chiamata vicino al suo capezzale dicendomi:"Voglio baciarti". 

Mi diede dieci baci, contandoli, e se chiudo gli occhi li sento ancora sulla guancia destra... poi spalancò i suoi occhi azzurri e bellissimi pronunciando la parola "Grazie". 
Le chiesi: "di cosa mi ringrazi?"
Lei, mi rispose "per tutto quello che tu hai fatto per me!". Una scena struggente... unica. 

Parole e baci che non potrò mai dimenticare anche se vivessi cent'anni.
Mi sono detta che i miei baci e tutte le carezze che le ho dato non sono cadute nel vuoto. 
Chissà veramente questi malati cosa conservano negli angoli meno bui della mente provata? 
Mia mamma conservava l'amore che nutriva per me.